BLOG Pediatra: La “testa piatta” del bebè: quando diventa un problema…

 

1. LA TESTOLINA HA I SUOI “PERCHÉ”:

Durante le valutazioni cliniche che il pediatra effettua nei primi mesi di vita del bambino acquista particolare importanza l’osservazione della testa del neonato.

Nello specifico lo specialista pediatra, durante la valutazione della testa del bambino, si occuperà di rilevare:

1) Le DIMENSIONI del cranio: queste vengono riportate sulle curve di crescita (percentili) e hanno lo scopo di identificare variazioni in eccesso o in difetto nella crescita della circonferenza cranica (rispettivamene macro o micro-cefalia), nonché un eventuale rallentamento o al contrario una accelerazione nella crescita del cranio, entrambi possibili segnali di problematiche significative e che è necessario riconoscere precocemente.

Fig. 1: Esempi di alterazione nelle dimensioni della crescita della scatola cranica: macrocefalia e microcefalia

2) DEFORMITA’/ASIMMETRIE del CRANIO: nella maggior parte dei casi le deformazioni e le asimmetrie che si osservano a livello della testa del neonato sono legate alla posizione fetale nel corso della gestazione o alla comprensione del cranio durante il parto e scompaiono nell’arco di qualche settimana di vita.

Un’altra tipologia di deformazioni del cranio sono quelle “posizionali” ovvero che derivano dalla posizione mantenuta nelle prime settimane di vita dal bebè quando è sdraiato.

Consistono per lo più in appiattimenti posteriori e laterali del cranio causati dal prolungato ed eccessivo mantenimento di determinate posture dopo la nascita.

E’ importante però distinguere queste alterazioni “benigne” da deformazioni che meritano invece maggiore attenzioni e che derivano da una precoce saldatura delle ossa della scatola cranica: le craniostenosi [vedi capitolo 4].

3) ANALOGIE CON TESTA DEI GENITORI: qualora il pediatra rilevi alterazioni nelle dimensioni del cranio o nella sua conformazione sarà sempre opportuno osservare anche la testa dei genitori del bambino: talvolta uno di essi presenta una deformazione simile a quella del bambino e in tal caso l’ “anomalia” può in realtà essere semplicemente legata ad una caratteristica “familiare”.

2. COME CRESCE E COME CAMBIA LA TESTA DEL BAMBINO

La testa dei bambini è facilmente deformabile perché:

1) le ossa del cranio del neonato sono più morbide rispetto a quelle di un adulto;

2) le giunzioni tra esse sono ampie e non ancora ossificate.

Queste due caratteristiche hanno il duplice scopo di favorire l’adattamento del cranio al canale del parto e successivamente consentire l’adattamento della scatola cranica alla crescita dell’encefalo.

La testa cresce in modo simmetrico durante tutta l’età evolutiva con un andamento piuttosto veloce nel primo anno di vita (da una circonferenza di 34-35 cm fino a 46-47 cm a 12 mesi), seguito da una crescita lenta e progressiva fino al 18-20° anno, quando vengono raggiunti i 55 cm nei soggetti di sesso femminile e i 56 cm nei soggetti di sesso maschile.

Le ossa del cranio nei primi anni di vita si articolano tra di loro mediate articolazioni che si chiamano “suture”: esse sono costituite da tessuto connettivo malleabile.

Se tutte le suture del bambino sono aperte il cervello cresce normalmente, senza subire compressioni locoregionali: la circonferenza del cranio cresce, la sua forma è simmetrica e grossolanamente rotondeggiante.

Fig 2: Le ossa e le suture della scatola cranica

Di norma le suture del cranio si chiudono poco dopo i 20 anni, cioè quando l’aumento del volume del cervello e quindi la circonferenza cranica hanno raggiunto il massimo sviluppo; solo la sutura metopica, una sutura della parte anteriore del cranio, si chiude intorno ai due anni.

La chiusura precoce delle suture craniche è alla base di deformazioni del cranio che costituiscono il gruppo delle “craniostenosi” [vedi capitolo 4].



3. “TESTA PIATTA” E POSIZIONE…

S i parla di PLAGIOCEFALIA (posizionale) per indicare una deformità della testa che insorge in seguito alla posizione che il bambino usa tenere comunemente quando sta sdraiato: si tratta in generale di deformità caratterizzate da un appiattimento e quindi dalla perdita della rotondità del capo, per lo più in sede parieto-occipitale, da un lato o dall’altro.


Fig 3: Plagiocefalia posizionale occipitale sinistra

La plagiocefalia posizionale non può essere definita una patologia ma una alterazione cranica acquisita che porta ad una struttura asimmetrica della testa nel suo insieme, interferendo nel modello di crescita del cranio.

Una volta che si è creato un piccolo appiattimento, la posizione sdraiata, tenuta costantemente dal bambino dei primi mesi di vita, farà sì che quando egli ruoterà la testa, finirà su quell’appiattimento, rendendolo sempre più evidente.


Fig 4: Meccanismo con cui si forma la plagiocefalia posizionale

 

A volte è tutta l’emifaccia da un lato che viene spostata in avanti, come si evidenzia guardando dall’alto il perimetro della testa.

Pur non essendo una vera e propria patologia, la plagiocefalia posizionale dovrebbe essere riconosciuta dal pediatra che valuta il bambino e corretta mediante alcuni piccoli accorgimenti in quanto da questa condizione potrebbero poi derivare altre problematiche più significative come ad esempio il torcicollo miogenico.



Per correggere la plagiocefalia posizionale è opportuno seguire i seguenti suggerimenti:

1) posizione a pancia in giù quando il bambino è sveglio, sotto diretta osservazione, per almeno 30 – 60 minuti (TUMMY TIME);

2) la culla o passeggino dove riposa il bambino dovrebbe cambiare spesso posizione nella stanza così che il bambino guardi sempre in direzioni diverse;

3) trattamenti osteopatici volti a correggere le zone di appianamento osseo del cranio e normalizzare il tono della muscolatura del collo.

In genere, comunque, questo tipo di deformità migliora dopo il sesto mese, quando il bambino passa la maggior parte del tempo seduto e non appoggia più la testa costantemente sul materasso.

4) QUANDO LA TESTA PIATTA DIVENTA UN PROBLEMA…

Non sempre però la situazione è così semplice. Talvolta le alterazioni della forma della testa del bambino possono derivare da una patologica chiusura precoce delle suture della teca cranica: si tratta di una condizione chiamata CRANIOSINOSTOSI.

Le craniosinostosi derivano quindi da una saldatura di una o più suture precoce o addirittura presente già alla nascita.

La chiusura precoce di una sutura porta a un alterato accrescimento del cranio che può continuare ad attuarsi solo a opera delle suture rimaste aperte: quando una sutura è precocemente saldata, il cranio non cresce più perpendicolarmente alla sutura interessata e le ossa fuse si comportano come una singola struttura ossea.

Queste modificazioni compensatorie si accompagnano, quindi, ad un’adeguata crescita cerebrale: ecco che allora in alcuni casi la craniosinostosi è difficilmente identificabile perché le dimensioni complessive del cranio risultano nella norma e non si sviluppano i segni di un’aumentata pressione intracranica o deficit neurologici focali.

Fig 5: le principali forme di craniostenosi

Le principali tipologie di craniosinostosi sono:

1) SCAFOCEFALIA: prematura fusione della sutura sagittale [vedi fig 2], che determina un allungamento in senso antero-posteriore del cranio. Il cranio ha la forma di uno scafo rovesciato e si può palpare una “cresta ossea” mediana in corrispondenza della sutura interessata.





2) TRIGONOCEFALIA: prematura fusione della sutura metopica [vedi fig 2]: questo determina una fronte triangolare ed è palpabile una cresta ossea sulla linea mediana frontale.







3) BRACHICEFALIA: prematura fusione delle due suture coronarie [vedi fig 2]: il cranio si deforma con una diminuzione del diametro antero-posteriore, la fronte appare alta e appiattita







4) PLAGIOCEFALIA (non posizionale):

distinta in anteriore e posteriore a seconda del coinvolgimento, rispettivamente di una sutura coronaria o di una sutura lambdoidea [vedi Fig 2].

Determina un appiattimento della parte frontale o occipitale da un solo lato, può esserci una crescita compensatoria del lato opposto, talvolta comporta deformazioni nello sviluppo facciale (in particolare deviazione del naso).

Fig. 6: Esempi di scafocefalia, trigonocefalia, brachicefalia, plagiocefalia



Il riconoscimento precoce di un quadro di craniostenosi permette di evitare l’insorgenza della principale complicanza di questa condizione ovvero l’aumentata pressione intracranica.

Questa complicanza non si verifica quasi mai quando sia interessata una sola sutura, ma può comparire nelle craniostenosi che interessino più suture.

L’aumento della pressione intracranica può insorgere in modo acuto, con i classici sintomi di vomito e cefalea, o può insorgere lentamente fino a determinare alterazioni nella visione e alterazioni nello sviluppo psicomotorio del bambino.



5) Guardiamola bene!

L’osservazione della testa del bambino è fondamentale nelle valutazioni cliniche che il pedatra effettua nel corso del primo anno di vita.

L’osservazione andrebbe effettuata da tutti i punti di vista, di fronte, di lato (cioè di profilo), dal di dietro e dal di sopra.

La palpazione del cranio può essere utile per riconoscere il segno della “cresta ossea” che può suggerire una saldatura precoce delle suture.

Solo in casi specifici e selezionati dal pediatra sarà necessario ricorrere ad esami quali radiografia o TAC per confermare un sospetto di craniostenosi.

In ogni caso l’identificazione precoce di una problema nello sviluppo delle dimensioni del cranio (macro o microcefalia), di una deformità legata alla posizione (plagiocefalia posizionale) o di una chiusura precoce delle suture craniche (craniostenosi) permetterà di trattare tempestivamente il problema evitando l’insorgere di altre complicanze.