La missione di Salvagente per la posa della prima pietra della Clinica Pediatrica

✈️ 13 settembre, il nostro presidente Mirko Damasco è in partenza per l’Uganda. Una delle missioni più importanti di sempre in cui vedremo l’inizio della realizzazione di un grande sogno: la Clinica Pediatrica di Salvagente, di cui sarà posata la prima pietra.   

🌍 Segui passo passo questo viaggio!  

📲 14 settembre, Mirko è arrivato in missione e ci ha regalato un momento molto emozionante. Ha fatto un collegamento a sorpresa in diretta con la sala del teatro di Catanzaro, dove ha raccontato alle centinaia di persone presenti lo scopo di questa missione e ha mostrato l’anteprima delle fondamenta della clinica.  Un teatro gremito di persone che si sono riunite per imparare a proteggere la vita, e che hanno avuto la possibilità di vedere dal vivo i lavori di costruzione di un grane sogno di Salvagente, un sogno che si sta concretizzando grazie anche al sostegno di chi in questo sogno ci crede. Una serata ricca di emozioni, in cui è emersa l’altra grande anima di Salvagente: l’anima di chi fa un lavoro enorme per portare la formazione gratuita a quante più famiglie possibili, investendo in progetti ambiziosi, prima ancora di vederne il ritorno. Perchè l’obiettivo, nelle nostre aule così come in Uganda, è la protezione dei bambini, la cui vita ha lo stesso valore, dovunque sia nata.

✏️🗣️ 16 settembre La parola passa alla voce diretta di Mirko.

Non conto più le volte che sono venuto in Uganda, ormai sono tante. Eppure ogni volta è un po’ come se fosse la prima. Uganda per me vuol dire tante cose. In Uganda trovo il centro del mondo, il senso di tante cose, il senso di ciò che facciamo. Uganda più di tutto è contraddizione: Uganda è sentirsi in connessione con tutti, con amore e dedizione e sentirsi totalmente soli. Questo viaggio però è una prima volta. Perché dal 2017 qui facciamo cose importanti, abbiamo aiutato a crescere in sicurezza 19 bambine abusate, abbiamo aiutato a nascere centinaia di bambini, doniamo istruzione a 40 bambini. Ma da ieri siamo qui per porre la prima pietra di un centro pediatrico che manca nel raggio di 300 km. Ve ne parlerò. Oggi però quello che ha preso il cuore sono gli occhi dei bambini, le loro mani che cercano le tue, e ti fanno sentire dannatamente piccolo e dannatamente in colpa. Che merito ho io di essere nato in Italia? Perché non do tutto me stesso per aiutarli? Sono interrogativi che ogni volta ti tirano pugni nello stomaco devastanti. Quanti bambini abbiamo incontrato, quanti abbiamo cercato di aiutare, quanti stiamo aiutando. E chissà che fine hanno fatto tutti. Chissà quanti sono morti perché abbiamo fatto troppo poco. Ed a proposito di pugni nello stomaco, domani arriva Dan. Se non conoscete Dan vi consiglio di leggere la sua storia domani.  

❤️🙏 17 settembre. I lavori della clinica sono andati avanti. Ma non è questo di cui vi voglio parlare oggi. Oggi vi voglio parlare di Dan e del valore della riconoscenza. Dan è un bambino di 4 anni senza gambe né braccia. Un bambino che Salvagente ha fatto curare, un bambino che non abbiamo lasciato morire grazie all’essenziale aiuto di Ewe Mama. Un bambino che per la società è inutile e per noi è prezioso. Un bambino con grandi occhi neri che ride, e che non si cura del non avere braccia e gambe. Un bambino che ti colpisce forte allo stomaco, e ti dice : “hey tu perché non ridi?”. Ogni due giorni con sua madre fa tre ore di moto per venire a farsi medicare senza un lamento. Ma c’è un’altra storia da raccontare ed è quella della riconoscenza. Domani verrà a far visita alla missione un frate che manca da qui dal 2017. Ma fino al 2017 qui ha fatto la differenza. E anche dopo. Ha preso dei ragazzi di strada, li ha fatti studiare, alcuni li ha seguiti fino all’università. Domani questi ragazzi ora cresciuti, lo riabbracceranno. Oggi sono arrivati da ogni parte d’Uganda ed hanno passato la giornata a provare le canzoni di benvenuto. La riconoscenza: che cosa meravigliosa.

💔 21 settembre. Tieni davvero alla vita di un bambino?

Oggi mio figlio è stato male. In realtà sta male da Domenica scorsa. Ha la febbre, ha dolori alle articolazioni, ha un dolore che si sposta dalle braccia alle gambe. Eravamo molto preoccupati, abbiamo chiamato un’ambulanza ed in 30 minuti eravamo in ospedale. È ricoverato. I dottori dicono che potrebbe avere una malattia reumatica, ma per fortuna l’abbiamo presa in tempo. Potrebbe dare complicanze cardiache gravi. Meno male, è andata bene….

Ora riavvolgi il nastro. Perché tutto questo non è successo a mio figlio. È successo a una bambina in Uganda, che vive in un tugurio. L’abbiamo trovata per caso. Solo che le cose non sono andate così. Un pediatra non c’è, non ci sono gli esami, non ci sono le medicine. Il primo ospedale è a 2 ore e 30. Abbiamo chiamato al telefono la nostra pediatra Dott.ssa Valentina Decimi, abbiamo impostato una terapia per tirare lunedì, e portarla in una clinica dove non ci sarà un pediatra. Speriamo che a lunedì ci arrivi.

Questa sera sono molto incazzato. Questa cosa è indecente. Se solo la nostra clinica fosse già in piedi questa storia sarebbe finita diversamente. Ma il diritto alle cure per milioni di bambini è un miraggio. Ma tra tuo figlio e la bambina che ho incontrato oggi non ci sono differenze. Non possiamo continuare a girarci dall’altra parte. La nostra clinica deve nascere nel più breve tempo possibile. Aiutaci. Dona. Ora. Ti lasciamo qui i link per donare o anche per diventare donatore regolare. Per favore. Fallo. Per tuo figlio.

🙏 22 settembre. Questi giorni sono stati pieni di emozioni per tante ragioni. Il filo rosso che li ha legati tutti è stata la riconoscenza. La storia di questa missione ed il futuro di questa missione sono incredibilmente connessi all’amore. 20 anni fa un frate francescano, Teofilo, ha deciso di pagare gli studi ad alcuni bambini. Questi bambini oggi lavorano tutti in missione: chi fa l’insegnante, chi l’ingegnere, chi il medico (lavorerà nella nostra clinica) chi il dirver. Teofilo è andato via dall’uganda nel 2016. In questi giorni è tornato da noi, e tutti i suoi “bambini” si sono riuniti per mostrargli il grande valore della riconoscenza. Ci sono state una cena, ed alcune funzioni incredibilmente cariche di significato. Oggi quei bambini, senza famiglia, poveri, destinati ad un futuro pessimo, sono uomini e donne con un futuro davanti grazie da una persona che ha creduto in loro.

💕23 settembre.  Abbiamo posato la prima pietra della clinica. Ciò che sembrava un sogno irrealizzabile sta diventando lentamente realtà. Non abbiamo posato una pietra, come nelle migliori tradizioni, ma una pianta e dell’acqua, segno di vita, di quella vita che aiuteremo a crescere forte e sana con la nostra clinica che si chiamerà Franciscan Pediatric Center- Salvagente per i bambini.

Abbiamo stanziato 23500 euro ed abbiamo finito tutte le fondamenta, ora dobbiamo costruire ed è per questo che chiamiamo a raccolta tutti i nostri donatori ovunque sparsi.
Siamo nel sud dell’Uganda, quasi al confine con il Rwanda , dove il primo ospedale è a 250 km. In questa zona d’Uganda vivono migliaia di bambini che, a differenza dei nostri, non hanno accesso alle cure mediche, alle vaccinazioni, alle visite pediatriche. Costruire una clinica vuol dire rendere realtà tutto questo per bambini della stessa età dei nostri figli.

➡️ 24 settembre. Oggi vi racconto due storie che si intrecciano. Due storie che fanno capire cosa stiamo facendo in Uganda. Perché investiamo nella salute e nella formazione. Sono le storie di N. E S. Sono due ragazzi poverissimi, orfani di un genitore, e che non hanno i soldi nemmeno per vivere. In più N. È balbuziente, cosa che lo fa identificare in tutto il villaggio come bambino maledetto. Non hanno i soldi neanche per andare a scuola. Niente. Vengono accolti dai frati Francescani, che danno loro da mangiare e da vivere. Non solo. Pagano loro gli studi. La scuola primaria, la secondaria, le superiori, in uno dei due casi l’università di ingegneria. Loro crescono, studiano, hanno ben presente quanta fiducia è stata riposta in loro. Oggi? Oggi uno è il direttore del cantiere della nostra clinica, l’altro si occupa di scovare i bambini più poveri del villaggio e di pagargli la scuola. Che grande insegnamento è questo? Piantare semi. Sempre. Comunque. Ovunque. Non sappiamo dove e come, ma fioriranno. La vita ci sorprende sempre.

✈️❤️ 25 settembre. Il ritorno dall’Africa è sempre denso di pensieri, sensi di colpa, motivazione a fare di più. Se non l’hai mai vissuta l’Africa non si può spiegare, puoi solo tentarci. Le missioni ormai non si contano più, ma questa è stata speciale. Lo sapete, paghiamo dal 2017 cibo e spese dell’orfanotrofio che ospita 19 ragazze che abbiamo preso bambine ed ora sono adolescenti. Curiamo la formazione del centro maternità (quello a cui abbiamo donato un ecografo ) in cui le donne possono partorire al sicuro. Ma questa volta stiamo costruendo qualcosa di interamente nostro. Una clinica pediatrica che non esiste nel raggio di 300 km. Quando si dice “noi siamo fortunati ” si pensa sempre siano frasi fatte. Ma non lo sono. Ognuno ha i suoi problemi ma davvero noi siamo fortunati ad avere cibo caldo, un tetto, un letto, degli ospedali. Non possiamo girarci dall’altra parte, non possiamo rassegnarci a bambini che non hanno accesso all’istruzione, alla salute, al cibo. Non possiamo rassegnarci. E per questo noi ce ne andiamo ma i progetti vanno avanti dal 2017 h24.

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