Il Pronto Soccorso pediatrico, servizio a disposizione 24 h su 24, è sicuramente la struttura di riferimento alla quale rivolgersi in situazioni di effettiva urgenza o emergenza.
Troppo spesso, però, recarsi al Pronto Soccorso si associa al dover trascorrere interminabili ore di attesa in sala d’aspetto perché bimbo venga visitato: è questo il frutto, sempre più frequentemente, di un cattivo uso del servizio di Pronto Soccorso pediatrico che porta tale struttura ad essere sempre più sovraccarica e quindi poco funzionale.
Quando e come utilizzare servizio di Pronto Soccorso pediatrico correttamente?
COME FUNZIONA UN PRONTO SOCCORSO:
Il Pronto Soccorso non va confuso con un ambulatorio pediatrico e non sostituisce il Pediatra di famiglia: il proprio Pediatra di fiducia dovrebbe rappresentare sempre il primo interlocutore per i genitori, essendo colui che meglio conosce il bambino. Prima di decidere di condurre un bambino al pronto Soccorso sarebbe opportuno consultare il proprio pediatra e valutare insieme tale decisione.
Il funzionamento di un qualsiasi pronto soccorso, inoltre, non è come quello di un ambulatorio normale: le visite vengono effettuate non in base all’ordine di arrivo ma in base alla “gravità” della situazione: tale “gravità” non è quella percepita soggettivamente dal genitore ma viene stabilita sulla base di una rapida valutazione clinica, anamnestica e sul reperimento dei parametri vitali da parte di professionisti adeguatamente formati.
Tale sistema di valutazione viene definito TRIAGE e comporta l’attribuzione di un codice colore: l’obiettivo è quello di fornire le cure necessarie a chi ha ne bisogno più urgentemente.
I codici del triage sono quattro:
1) ROSSO: indica un paziente in imminente pericolo di vita, con compromissione di una delle 3 funzioni vitali (stato di coscienza, funzione cardiocircolatoria e funzione respiratoria). ACCESSO IMMEDIATO!
2) GIALLO: indica un paziente in “POTENZIALE” pericolo di vita: una delle 3 funzioni vitali è in POTENZIALE COMPROMISSIONE. ACCESSO IMMEDIATO compatibilmente con le altre emergenze, necessità di controllo costante.
3) VERDE: intervento differibile, nessuna compromissione dei parametri vitali. Accesso dopo i codici più gravi. Osservazione durante l’attesa.
4) BIANCO: nessuna urgenza. Possibilità di cure attraverso altro percorso assistenziale (pediatra di famiglia, ambulatori ecc). Accesso dopo tutti gli altri codici.
QUANDO PORTARE IL BAMBINO AL PRONTO SOCCORSO:
Il buon funzionamento del PRONTO SOCCORSO dipende anche dall’uso CORRETTO E APPROPRIATO da parte degli utenti: è infatti INDISPENSABILE accedere al servizio SOLO IN CASO DI EFFETTIVA URGENZA!
Regola d’oro è quindi NON ABUSARE DI QUESTO SERVIZIO.
Quando si parla di “urgenza”, inoltre, ci si riferisce alle URGENZE OGGETTIVE e non a quelle condizioni “percepite” come tali da un genitore: vediamo quindi quali sono le situazioni che necessitano di una reale valutazione rapida presso un Pronto Soccorso pediatrico.
1) IN CASO DI FEBBRE: la febbre risulta la principale motivazione per la quale i bambini vengono condotti in pronto soccorso. Nella maggior parte dei casi tale accesso risulta però inappropriato in quanto la febbre, di per sé, non costituisce una condizione di “URGENZA”. La valutazione per “febbre” diventa “URGENTE nelle seguenti condizioni:
a) lattante con età inferiore a tre mesi se non è stato possibile farlo visitare dal pediatra;
b) nei bambini più grandi se la febbre è persistente, risponde poco alla terapia antipiretica e SI ASSOCIA A STATO DI SOFFERENZA E CONDIZIONI GENERALI COMPROMESSE: il solo parametro di “febbre elevata”, se di recente insorgenza e con condizioni generali buone, non necessita di valutazione urgente;
c) se in presenza di febbre il bambino presenta crisi convulsive, soprattutto se di età inferiore ad un anno;
d) febbre associata a difficoltà respiratoria, dolore addominale intenso (per lo più in fossa iliaca destra), difficoltà a muovere il collo, sonnolenza eccessiva, stato confusionale.
2) IN CASO DI VOMITO: il bambino ha bisogno di cure urgenti se
a) presenta vomito ripetuto e non riesce ad assumere liquidi per bocca soprattutto se di età inferiore a 1 anno;
b) se presenta altri sintomi che possono portare alla disidratazione rapida come la febbre e numerose scariche di diarrea;
c) se, oltre al vomito, presenta i segni di iniziale disidratazione: calo di peso superiore al 10% del peso corporeo, secchezza della cute e della mucosa orale, occhi cerchiati, mancanza di lacrime, ridotta emissione di urine, fontanella infossata nei più piccoli;
d) se il vomito è francamente ematico o di colore verde scuro o simile al caffè.
3) IN CASO DI DIARREA: la presenza di diarrea impone una valutazione in pronto soccorso se
a) il bambino presenta diarrea ripetuta e non riesce ad assumere liquidi a causa del vomito (soprattutto se di eta’ inferiore a 1 anno);
b) il bambino presenta diarrea da oltre 24 ore con più di 5-6 scariche al giorno e non assume liquidi per bocca oppure presenta i segni di disidratazione (vedi sopra)
c) diarrea francamente ematica o la sola emissione di sangue tipo “gelatina”.
4) IN CASO DI DOLORE ADDOMINALE: il dolore addominale è un altro sintomo che spesso conduce i bimbi al pronto soccorso. La valutazione in pronto soccorso per dolore addominale è corretta se:
a) il bambino presenta anche vomito, febbricola e se il dolore viene localizzato nella regione inferiore destra dell’addome (regione appendicolare);
b) se presenta dolore addominale nelle ore successive ad un trauma della regione interessata.
5) IN CASO DI TRAUMA CRANICO: anche l’acceso al pronto soccorso per trauma cranico è molto spesso inadeguato. In seguito ad un trauma cranico il bimbo deve essere condotto in Pronto Soccorso se:
a) il bambino ha perso conoscenza al momento dell’impatto (trauma cranico commotivo),
b) compaiono dei segni neurologici di allerta: vomito ripetuto soprattutto qualche ora dopo il trauma, tendenza all’addormentamento eccessivo, pianto inconsolabile, irritabilità del bambino o al contrario scarsa reattività ai normali stimoli, difficoltà alla deambulazione, alterazioni della vista, cefalea intensa, non responsiva ad antidolorifici e ingravescente nel tempo;
c) compaiono dei segni locali di allerta: ematoma in regione periorbitaria, ematoma in regione retroauricolare, fuoriuscita di liquor o sangue dall’orecchio.
6) IN CASO DI CEFALEA, CIOÈ MAL DI TESTA:
a) se la cefalea è accompagnata da febbre e/o da vomito e non regredisce dopo la somministrazione di comuni antifebbrili e/o antidolorifici;
b) se la cefalea è associata a difficoltà a muovere il collo.
7) IN CASO DI DIFFICOLTÀ RESPIRATORIA:
a) i bambini, soprattutto se di età inferiore all’anno, con difficoltà respiratoria vanno tutti portati con urgenza in Pronto Soccorso se non è nota la causa e non si dispone di prescrizioni del proprio medico (esempio asma conosciuta). Per definire la presenza di una “DIFFICOLTÀ’ RESPIRATORIA OGGETTIVA” sarà necessario riscontrare uno o più dei seguenti elementi:
– una frequenza respiratoria aumentata rispetto ai parametri normali per età (vedi tabella)
– la presenza di rientramenti al giugulo, a livello intercostale e/o sottocostale,
– la presenza di difficoltà all’eloquio,
– la presenza di alitamento delle pinne nasali.
“RISCHI” Ed “EFFETTI COLLATERALI”:
Il buon uso, da parte dei genitori, del servizio di emergenza ed urgenza pediatrica può consentire una reale efficacia e utilità di tale strumento: la situazione alternativa che deriva da un utilizzo improprio è costituita da una confusione generalizzata in tutti i Pronto Soccorsi pediatrici e qualche “rischio” ed “effetto collaterale”: vediamo quali…
1) in assenza di una “urgenza reale”, l’arrivo in pronto soccorso per una “urgenza solo percepita” potrà comportare che la visita del bambino venga effettuata dopo una lunga attesa perché, dopo il nostro bambino, sono giunti casi che richiedevano l’attenzione del medico più rapidamente;
2) dalle lunghe attese spesso derivano malumori dei genitori e invettive contro il personale di assistenza;
3) L’accesso al Pronto Soccorso pediatrico, inoltre, espone al rischio, completamente imprevedibile, e non del tutto evitabile, di attendere il proprio turno vicino ad un bambino affetto da malattia grave e contagiosa come una meningite o anche meno grave ma ugualmente contagiosa e fastidiosa come una gastroenterite.
4) infine l’utilizzo impropri del Pronto Soccorso può comportare disservizi e ritardi nella somministrazione di cure adeguate ai casi di effettiva gravità.