Un nuovo virus con cui fare i conti: conosciamolo insieme!

 

Difficile non parlare di lui, tra paure e incertezze. Proviamo a fare chiarezza su chi è il nuovo virus che sta creando tanto scompiglio nel mondo…

Cosa è un CORONAVIRUS?

I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori: la morfologia a corona dovuta alla presenza di proteine sulla supercie del virus ne ha determinato il loro nome singolare.

Sono dei comuni agenti infettanti in molte specie animali, ma hanno la capacità di evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione attraverso il contatto interumano. Attualmente esistono 4 coronavirus nel mondo in grado di infettare l’uomo (HCoV) (HcoV-229E, NL63, OC43 e HKU1): sono virus diffusi a livello globale e rappresentano il 10-30% delle infezioni del tratto respiratorio superiore.

A questi si aggiungono SARS-CoV, MERS-CoV e il “nuovo coronavirus”, rinominato SARS-Cov-2, che causano invece infezioni respiratorie delle basse vie aeree, che, in alcuni casi, possono essere infezioni severe.

Chi è IL NUOVO CORONAVIRUS?

Il virus che causa l’attuale epidemia in corso ha un “nome proprio”: è stato chiamato “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2” (SARS-CoV-2). Questo nuovo virus SARS-Cov-2 condivide circa l’80% della sequenza genetica di SARS-CoV, il patogeno che causò nel 2002 l’epidemia nota come SARS.

Rispetto agli altri 4 tipi di coronavirus che causano infezioni respiratorie nell’uomo i virus SARS- CoV, MERS CoV e SARS CoV2 si differenziano perchè non si limitano ad infettare solo le alte vie respiratorie ma causano infezioni delle BASSE VIE AEREE ANDANDO AD INTERESSARE GLI ALVEOLI POLMONARI!

Questa è anche la motivazione per cui questi 3 coronavirus hanno una letalità maggiore rispetto ai “fratelli” che causano solo infezioni delle alte vie aeree.

COME SI MANIFESTA UN’INFEZIONE DA SARS CoV2?

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). I sintomi più comuni includono febbre, rinite, tosse, difficoltà respiratorie.

Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave e insufficienza renale.

Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici: si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

Per quanto riguarda il decorso della storia naturale di questo virus, dai dati fino ad ora esistenti, sembra che l’81% dei soggetti infetti presenti forme lievi, il 14 % possa presentare forme GRAVI, solo il 5% manifesti una forma CRITICA! (Dati Istituto Superiore di Sanità)

COME SI TRASMETTE il SARS COV 2

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:

  1. la saliva: tossendo e starnutendo

  2. contatti diretti personali

  3. le mani: ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi.

Dato estremamente importante è la scoperta che anche i soggetti ASINTOMATICI possono tramettere l’infezione. Secondo i dati attualmente disponibili, tuttavia, sono comunque le persone sintomatiche la causa più frequente di diffusione del virus. L’OMS considera non frequente l’infezione da nuovo Coronavirus prima che si sviluppino sintomi.

La sua sovpravvivenza su oggetti e superfici è ancora incerta, non si sa quanto tempo riesca a resistere.

Come eliminarlo?

– sulla base delle precedenti ricerche sui coronavirus si suppone che anche SARS-CoV-2 sia sensibile al calore e che venga inattivato a 56 °C per 30 minuti;

– altro metodo probabile di eliminazione è l’uso di soluzioni a base alcolica, l’uso di disinfettanti contenenti cloro, acido perossiacetico e cloroformio ma non la clorexidina!

QUALI DIFFERENZE CON VIRUS INFLUENZALE CLASSICO ED ALTRI?

In questo periodo si sente molto confrontare questo virus con il noto virus dell’influenza. In particolare lo si confronta in termini di mortalità/letalità.

Proviamo a fare chiarezza: innanzitutto mortalità e letalità sono due indici epidemiologici diversi:

a. la mortalità è il valore che indica il n. di persone che muoiono per una data patologia in un lasso di tempo (ad es. un anno), all’interno di una certa popolazione totale (quindi n. di morti per influenza, in un anno, sul totale della popolazione italiana mortalità influenza circa 0,01%)

b. La letalità è un indice diverso: per letalità si intende n. di morti su numero di contagiati.

In corso di epidemia è ovviamente difficile calcolare una mortalità, in quanto la mortalità è un indice che si riesce a calcolare ad epidemia finita. Nello specifico, quindi, per il SARS CoV2 si parla di letalità ed i dati al momento parlano di una letalità oscillante tra l’1,5-2,5%.

Tale letalità può essere confrontata con la letalità per le infezioni di SARS e MERS: letalità del 9,6% per SARS e 35% MERS, notevolmente maggiori.

Il confronto con l’influenza in che termini può essere fatto?

Il SARS CoV2 ha delle caratteristiche simili a quelle dell’influenza e delle caratteristiche che lo differenziano.

Con l’influenza condivide la modalità di trasmissione e la sintomatologia di febbre, tosse, starnutazioni, naso che cola. A differenza dell’influenza però questo virus è in grado di infettare le basse vie respiratorie, creare lesioni a livello degli alveoli polmonari e quindi polmonite e difficoltà respiratoria.

Inoltre, rispetto all’influenza, non esiste alcun vaccino e, essendo un virus nuovo, il nostro sistema immunitario non lo ha mai “conosciuto”. Questo, in termini epidemiologici, fa sì che il numero di persone suscettibili all’infezione nel mondo sarà nettamente maggiore ripsetto a quanto accade per il virus influenzale.

COME SI MANIFESTA NEI BAMBINI?

Il quadro sintomatologico nei bambini è caratterizzato pressochè dagli stessi sintomi di febbre, tosse, dolori muscolari diffusi e dispena (nei casi più gravi).

Attualmente, però, dai dati fino ad ora disponibili, sembra che questo virus si diffonda meno nella popolazione pediatrica e che i bambini siano in qualche modo meno colpiti rispetto alla popolazione adulta.

La possibile spiegazione di questa apparente minore diffusione nella popolazione pediatrica è che l’infezione da SARS CoV2 si manifesti, nei bambini, in forma più lieve e sfumata e quindi facilmente passi inosservata.

Il perché questo accada non è ancora spiegato, è probabile che la risposta risieda nel fatto che il sistema immunitario dei bambini abbia un funzionamento diverso nel reagire a questa infezione.

Solo ulteriori studi consentiranno di comprendere il diverso comportamento che questa infezione sta assumendo nella popolazione pediatrica.

COSA POSSIAMO FARE PER PROTEGGERE PROTEGGERE I BAMBINI?

Quali misure si possono mettere in atto per la protezione dei più piccoli?

  • La misura più efficace è sicuramente il rispetto delle buone norme igieniche, le stesse consigliate alla popolazione adulta ma che, quando si parla di bimbi, sembrano essere più difficili da far rispettare. Insegniamo allora ai più piccoli il lavaggio frequente delle mani, che deve essere effettuato per circa 60 secondi, con acqua e sapone, raggiungendo bene le zone interdigitali, il pollice e le zone subungueali.

  • In caso di tosse o starnuto sarebbe opportuno starnutire e tossire nell’incavo del braccio, per evitare di starnutire sulle mani e renderle poi veicolo di infezione. Qualora il bambino starnutisse o tossisse mettendo la mano davanti alla bocca (comunque buona pratica educativa) ricordargli di lavare le mani con acqua e sapone.

  • Evitare di toccare naso, bocca e occhi con le mani che potrebbero essere sporche e essere fonte di contagio e per evitare che il bimbo stesso affetto da una infezione respiratoria la trasmetta ad altri.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle mascherine da parte di soggetti sani, esso non è supportato da alcun razionale scientifico: l’uso delle mascherine deve essere limitato agli operatori sanitari che assistono soggetti malati ed è utile alle persone che sono esse stesse affette da patologia con sintomi respiratori per evitare di diffondere infezioni nelle persone circostanti.

Da parte dei genitori dei piccoli pazienti ci sono alcune buone regole che dovrebbero essere rispettate per limitare contagi e diffusione delle infezioni. Queste regole sono sicuramente da rispettare ora più che mai nel fronteggiare una infezione dall’andamento ancora incerto come quella del SARS CoV2 ma bisogna ricordare che sono buone regole di comportamento da rispettare sempre e che consentirebbero di ridurre tutto l’anno la trasmissione delle infezioni, più o meno gravi:

  • EVITARE ACCESSI INUTILI AL PRONTO SOCCORSO PER PATOLOGIE E CONDIZIONI NON REALMENTE URGENTI: il servizio di Pronto Soccorso deve essere utilizzato solo in presenza di condizioni di reale urgenza che necessitano di valutazione rapida. La febbre, non accompagnata da altri sintomi, non è una condizione che giustifichi l’acceso al pronto soccorso! Oltre ad utilizzare il servizio scorrettamente si ricorda che l’attesa in una sala d’attesa in Pronto Soccorso e la visita stessa al Pronto Soccorso è fonte di infezioni!

  • LE VISITE DAL PEDIATRA DI FAMIGLIA DOVREBBERO ESSERE CONCORDATE PREVIO CONTATTO TELEFONICO CON IL PEDIATRA STESSO: evitare di affollare le sale di attesa di una ambulatorio pediatrico presentandosi senza appuntamento è una pratica che consente di limitare gli scambi di infezioni tra i piccoli pazienti durante l’attesa.

  • I BAMBINI DOVREBBERO ESSERE CONDOTTI ALLE VISITE (AMBULATORIALI O IN PS) ACCOMPAGNATI DA UN SOLO GENITORE CHE SIA POSSIBILMENTE IN BUONA SALUTE! Affollare le sale d’attesa con fratellini sani, nonni e cuginetti non fa che aumentare il rischio di diffondere o contrarre infezioni.

  • DURANTE LA SOSTA NEI LOCALI DI ATTESA (AMBULATORIALI O DEL PRONTO SOCCORSO) RICORDARE CHE ANCHE I GIOCATTOLI POSSONO TALVOLTA ESSERE FONTE DI INFEZIONE: evitare di far portare al bambino giochi alla bocca e ricordare il lavaggio delle mani dopo il gioco (se possibile prima della visita nello studio medico).