22/07/2018
“Primo giorno d’Africa. Un ritorno, ma con un sapore più speciale. Atterrare qui e viaggiare lungo tutta l’Uganda per raggiungere la Missione, ti fa confrontare inevitabilmente con pensieri ed emozioni che a casa, al sicuro, in Italia, non hai tempo o forse voglia di guardare in faccia. È tutto diverso, la povertà è ovunque ed il diverso sei tu. Le domande sul senso della vita si sprecano. Ed alcune di queste domande trovano risposta una volta giunti in Missione, dove abbiamo trascorso la giornata con Marta, Giorgio ed i bambini del Karidaari. Bambini disabili, alcuni molto gravi, a cui questo centro ha dato una nuova speranza di vita dignitosa, con persone che vogliono loro bene e che li hanno letteralmente salvati da morte certa. I bambini sono bambini in tutto il mondo: vogliono giocare, divertirsi ed avere attenzioni anche se in maniera diversa da come siamo abituati noi, (qui baci ed abbracci in sostanza non esistono). I loro ritmi sono ben scanditi da maestre molto attente e che hanno una cura amorevole per tutti loro. Spesso in Italia, vediamo su Facebook le immagini di questo centro, ma fino a quando non ci sei immerso non puoi capire fino in fondo il significato di tutto questo. Domani faremo invece visita al centro dove sono ospitate le bimbe orfane o con situazioni famigliari complicate che insieme ad Aico sosteniamo con il progetto Miriam. Non vediamo l’ora” M.