Africa Missione

Finalmente siamo arrivati alla missione

Africa Missione

12/05/2018
“Rientrare in missione è un tuffo nel passato. Un anno esatto è trascorso dall’ultima visita e sembra che il tempo si sia fermato per permettermi di non perdere un singolo momento. Abbiamo dovuto posticipare la formazione al personale della missione di qualche giorno, oggi le due pediatre si sono messe a visitare gli ospiti del centro disabili […].
Guardo queste persone e mi accorgo che qui manca davvero tutto, ma la cosa più angosciante è che qui manca l’opportunità, la possibilità. Anche il più piccolo deficit motorio diventa il muro più grande da dover o poter superare… ” F.

“Visitano una bimba con ipoacusia, non ci sente quasi per nulla da un orecchio e questa disabilità l’ha portata ad isolarsi: vive a testa bassa.
Le pediatre dicono che ci vorrebbe un esame audiometrico… ma dove? Una protesi, ma quanto costa? Chi paga?
Io non capisco. Spiegatemi il perché.
Lei non parlava, ma con gli occhi parlava una lingua tutta sua…” M.

“È il termine di una lunga giornata, tutto diverso quest’anno. La missione si è popolata, la missione è viva, è attiva. Dopo il risveglio dai suoni e dai colori ugandesi la mattinata è iniziata con un giro al centro dei bimbi disabili. Le stanze che lo scorso anno abbiamo osservato immerse nel silenzio, quest’anno danno segno di vita fin dall’esterno: piccoli vestitini appesi ad asciugare, bicchieri e stoviglie esposti al sole, cori e voci dalle camerate: li troviamo lì, pressochè tutti radunati in veranda , oggi è sabato quindi niente scuola. L’imbarazzo iniziale è tanto, lo è sempre, oggi ancora di più.
La mattinata trascorre veloce tra valutazioni pediatriche dei bimbi più complessi e qualche pallido tentativo di diagnosi: il lavoro da svolgere sarebbe infinito, le risorse pochissime.
Il dopo pranzo è allietato da un magico momento: i bimbi del centro disabili insieme alle bambine del centro di accoglienza Father Wembabasi uniscono le loro voci: il risultato è meraviglioso… un coro che ci accompagna mentre percorriamo il tragitto dalle nostre stanze per tornare alla scuola: sono le prove del coro per la funzione di domani mattina.
Le riflessioni e le difficoltà incontrate durante la giornata di valutazione dei disabili si allontanano un poco quando le luci del tramonto accompagnano qualche momento di spensieratezza con le bimbe del centro di accoglienza. Dura poco l’illusione: Marta, mentre sbucciamo piselli e prepariamo la cena, ci racconta le vite di alcune di loro: violenze, abusi, abbandoni. Questi i motivi che le hanno portate ad essere qui… ascoltiamo, ammutoliti. Non chiediamo di più ma vorremmo conoscere i dettagli di ognuna e riuscire a comprende cosa si cela, allora, dietro quella “parvenza” di spensieratezza…” V.