Africa Missione

L’Africa

Africa Missione

19/05/2018
“Riprendendo il pensiero di qualche giorno fa…
L’Africa è un po’ come Pirandello perché è uno nessuno e centomila!!!
Ci ha mostrato alcune delle sue facce… alcune belle e altre meno.
L’Africa quella povera, quella delle case di fango, quelle dei villaggi sperduti e arroccati sulla montagna, quella dove si abusa di alcol, quella dei bambini che caricano sulle spalle pesanti taniche di acqua, (perché in casa non ci arriva), quella delle donne chinate nei campi a lavorare con dietro sulla schiena un figlio, quella dei bambini che come lavoro spaccano le pietre.
L’Africa delle contraddizioni…
L’Africa quella che conosci nei documentari dove ti ritrovi immerso nella Savana e ti senti appagato con tutto il resto del mondo perché quel territorio ti trasmette libertà e pienezza.
L’Africa che ti riempie gli occhi con questi panorami meravigliosi.
L’Africa degli occhi dei bambini… i bambini disabili del centro di Giorgio e Marta che l’altro giorno si sono riuniti ai loro genitori per tornare a casa… strano mondo quello del rapporto tra figli e genitori (anche quello è strano qui in Africa).
L’Africa degli occhi delle bambine dell’orfanotrofio del centro Father Wembabazi che sosteniamo con AICO… occhi emozionati (in questo caso i nostri) quando abbiamo portato loro alcuni piccoli doni direttamente dall’Italia.
Questo viaggio è stato un opportunità, forse le cose importanti si fanno grazie alle opportunità e sta a noi coglierle. Grazie a chi mi ha dato l’opportunità di essere qui!
Impossibile decidere una sola cosa da portarsi via da questo viaggio… anzi forse una cosa c’è.
La voglia di tornare!!!! Tornare tra un anno e rivedere i bambini del centro disabili, sperare in qualche loro miglioramento, tornare per riabbracciare Brenda, Leticia, Assunta, Grace, Sara (confesso che sono solo alcuni dei nomi che ricordo)… un abbraccio è uno dei gesti d’amore più vero e sincero (aprire le braccia verso un’altra persona e permetterle di entrare nel tuo spazio intimo più profondo). Io vorrei tornare tra un anno e riabbracciare tutti per sapere se stanno bene, se hanno studiato, come vanno i loro voti, se hanno imparato l’inglese meglio di me, per sapere che gli sforzi che fa Salvagente e tutti noi istruttori servono per i loro sorrisi.” M.