11/05/2018
“In viaggio verso Rwentobo. Le enormi buche che costellano la terra rosa interrompono i pensieri, scuotono i ricordi.
Gerald, il nostro autista, ci scherza su: “African massage” lo definisce.
Occhi incollati ai finestrini a cogliere tutto, ogni sfumatura, ogni colore, ogni diversità.
Le immagini si susseguono e attirano i nostri sguardi, le buche, di tanto in tanto, staccano la penna dal foglio… e gli occhi si rialzano verso il finestrino.
I bordi di questa strada sono ricchi di vita, di attività, di spostamenti…se lo sguardo si abbassa compaiono loro, bimbi sotto il metro di altezza che giocano, corrono, sostano.
A volte bisogna cercarlo con lo sguardo, nascosti dietro le attività dei genitori, un po’ più in basso rispetto all’altezza del nostro sguardo… ed è lì che si vedono: colorati nei loro vestitini, indaffarati in qualche gioco improvvisato…
L’arrivo in missione è ancora lontano, ma non abbiamo fretta… stiamo abituando gli occhi all’Africa.” M.